Come ho scritto a conclusione della prima parte, le Primarie per decidere il segretario del Pd hanno prodotto senza elezioni il nuovo Presidente del Consiglio Italiano.
Si dirà che non è una novità. Si dirà che tranne Berlusconi e Prodi mai il Presidente del Consiglio in Italia è venuto fuori il giorno dopo le elezioni. E si dirà che Renzi ha sostituito un Presidente del Consiglio che non era stato candidato da nessuna formazione politica durante le ultime elezioni. Tutto vero, ma il punto non è questo.
Vi mostrerò tra poco che le ultime Primarie del Pd hanno prodotto almeno un problema alla già fragilissima democrazia italiana.
La Separazione dei Poteri è un principio fondamentale dello stato di diritto, ma in Italia viene nominata solo per poi trattare o meglio per discutere il problema parlamento-giustizia che invece è solo una parte del Problema Reale che affligge l’Italia (tornerò a scriverne in futuro).
Quando si può essere sicuri di una reale separazione dei poteri? Ovviamente quando i poteri sono indipendenti tra loro. E come renderli tali? Nel modo più semplice: devono dipendere tutti direttamente dal popolo. In parole povere devono essere indette elezioni separate per ogni potere.
Attualmente in Italia solo i parlamentari sono tali per volontà popolare e per questo esiste l’art. 67 della Costituzione
Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato.
Tuttavia anche il potere legislativo ha i suoi problemi. E sono molti (e anche di questo tornerò a scrivere in futuro). A noi qui interessa segnalare il problema casta: le decisioni sono prese dai partiti ai più alti livelli. E così, cavalcando il malcontento che esiste tra la gente, le Primarie sono state vendute a noi società civile come le elezioni precedenti alle elezioni che riportano nuovamente tutti noi al centro delle istituzioni. Ritorniamo così a decidere, ci dicono… e chi lo dice… prima la Sinistra tutta, poi anche il Nuovo Centro Destra, i Fratelli d’Italia… praticamente tutti i partiti e tutte le segreterie di partito tranne Berlusconi che da qualche mese invece chiama la Società Civile a creare dei Club della Società Civile nella Società Civile (anche di questo torneremo a scrivere in seguito).
Tra poco mostrerò che le ultime Primarie del Pd – primo esempio di Primarie che in Italia entrano veramente in circolo nel Sistema Politico Italiano (quelle per eleggere Prodi ebbero risultati scontati, quelle per eleggere Veltroni, Bersani ed altri non servirono perché i vincitori persero successivamente le elezioni) – hanno prodotto se non una ferita, un problema alla già fragilissima democrazia italiana, ingarbugliando – almeno dal lato democratico – la situazione di stallo già creatasi con le ultime elezioni. Ho però bisogno di riportare qui ciò che si trova nell’ultimo periodo di Le Primarie hanno prodotto il Governo Renzi (prima parte), scrivendolo tuttavia in modo più approfondito:
Prima del voto degli Italiani per il Parlamento attuale, quello della XVII Legislatura, il Pd ed i suoi alleati indissero le Primarie per decidere il loro candidato a Palazzo Chigi durante la XVII legislatura parlamentare. Vinse Bersani, mentre Renzi, che si presentò, perse.
Le elezioni parlamentari però portarono ad una legislatura di stallo perché la coalizione di centro-sinistra non vinse (ebbe il 29,5% dei voti), la coalizione di centro-destra non perse (ebbe il 29,2% dei voti) ed il movimento 5 stelle arrivò terzo ma non molto distante (ebbe il 25,6% dei voti). Andò così a Palazzo Chigi Enrico Letta il 28 Aprile 2013.
L’8 Dicembre 2013 il Partito Democratico indisse altre Primarie, questa volta per la Segreteria del proprio partito e vinse Matteo Renzi. E in meno di tre mesi andò a Palazzo Chigi. I voti che fecero sentire Renzi in dovere di prendere il posto del Presidente del Consiglio Letta senza passare per elezioni furono poco meno di un milione e novecentomila. Rapportiamo per correttezza questo numero di preferenze ottenute da Renzi con il numero degli Italiani che avevano diritto di voto per la Camera dei Deputati alle elezioni del 2013 in cui Renzi non si presentò perché aveva perso le Primarie con Bersani. Erano circa 50 milioni e mezzo (esattamente 50.449.979). Per essere ancora più corretti rapportiamo le preferenze di Renzi (poco meno di un milione e novecentomila) con il numero di Italiani che alle ultime elezioni andarono effettivamente a votare: furono circa trentaquattro milioni (esattamente 34.002.524, dato epurato dalle schede bianche, nulle e contestate).
Come si vede chiaramente, inserire in Italia Primarie per eleggere il segretario del Partito attualmente maggioranza relativa in Parlamento nel momento di stallo della vita politica con il parlamento già formato (e l’Italia è una repubblica parlamentare, cioè – come già scritto – solo i parlamentari sono tali per volontà popolare) ha portato a Palazzo Chigi un uomo che non rappresenta gli attuali parlamentari del suo partito (scelti da Bersani, vincitore delle ultime Primarie per il candidato a Palazzo Chigi del centro-sinistra durante l’attuale legislatura parlamentare) che forse lo hanno votato per disciplina di partito. Altrimenti perché indire Primarie per decidere tra Bersani o Renzi? Vincere uno o l’altro si diceva avrebbe portato uomini differenti in parlamento e quindi leggi differenti generate dal parlamento. Altrimenti perché gli elettori del Pd scesero nei gazebo a votare?
A me pare che l’inserimento di queste ultime Primarie del Pd – ripeto, successive alla formazione di questo attuale parlamento – non può essere stato e non potrà essere d’aiuto all’art. 67 della Costituzione: Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato.
Erano primarie per eleggere un segretario di partito che, essendo stato investito da poco meno di un milione e novecentomila voti, aveva sì il dovere di pungolare un parlamento eletto prima di lui, ma non aveva il diritto di intimorirlo, essendo quest’ultimo nel pieno del suo mandato popolare con voti a lui segretario superiori di un ordine di grandezza (il Pd di Bersani e gli alleati alle elezioni presero circa dieci milioni di voti).
Prossimamente vorrei scrivere sulla finta abolizione delle provincie e sulla riforma del Senato. Perché purtroppo entrambe produrranno meno democrazia in Italia… e sembra senza diminuire i loro costi.
P.S.: Mentre ho scritto che gli attuali parlamentari del Pd non sono stati decisi da Renzi, ho pensato ai ministri attuali – quelli del governo Renzi – e al governo precedente. Possiamo chiamare il governo attuale Renzi I o è meglio Letta II con Renzi Presidente del Consiglio?
Dei 16 ministri, 3 erano ministri del Governo Letta e hanno mantenuto lo stesso ministero:
Angelino Alfano era ed è Ministro dell’Interno
Beatrice Lorenzin era ed è Ministro della Salute
Maurizio Lupi era ed è Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti
Dei 16 ministri, 2 erano ministri del Governo Letta e pur restando ministri, sono stati spostati di ministero:
Andrea Orlando era nel Governo Letta Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare ed ora è Ministro della Giustizia del Governo Renzi. Senza essere avvocato o giudice, senza essere laureato in giurisprudenza, ma solo con la Maturità Scientifica come farà a gestire il suo Ministero e riformare la Giustizia Italiana? Forse però a Renzi non interessa riformare la Giustizia Italiana.
Dario Franceschini era nel Governo Letta Ministro per i Rapporti con il Parlamento e il coordinamento dell’attività di governo, ora è Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo del Governo Renzi
Dei 16 ministri, 2 erano sottosegretari del Governo Letta ed ora sono stati promossi da Renzi a ministri:
Roberta Pinotti, Sottosegretario di Stato del Ministero della Difesa, ora promossa a Ministro della Difesa
Maurizio Martina, Sottosegretario alle Politiche agricole alimentari e forestali, ora è Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali
Dei 16 ministri del Governo Renzi, 1 era sottosegretario in un ministero del Governo Letta ed ora è stato spostato di ministero e promosso da Renzi a ministro:
Gianluca Galletti sottosegretario al ministero dell’Istruzione ora è Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare.
Ultimo, ma non ultimo, anzi… è l’attuale Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio Graziano Delrio che era nel Governo Letta Ministro per gli Affari Regionali e le autonomie (dal 26/06/2013 con delega allo sport)
E riguardo alla favola di Renzi non di sinistra, persino quasi liberale: perché ha scelto come Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Giuliano Poletti che è stato Presidente di Legacoop e che a Ballaro’ del 25 Febbraio dichiara apertamente di essere “orgoglioso di rappresentare 12 milioni di soci, un milione e mezzo di occupati e 80mila imprese” ed al contempo di escludere però il conflitto di interesse solo perché ha giurato sulla Costituzione Italiana?