Rivoluzione Liberale: Lettera aperta – Da uno di noi ad ognuno di noi (a te)

Da molto tempo si parla di realizzare in Italia La Rivoluzione Liberale.
Non è mia intenzione essere esaustivo sull’argomento: sono sicuro che nessuno ha la bacchetta magica. Ma gli errori grossolani che oggigiorno sono perpetuati non possono essere accettati da persone di buon senso.
Ecco perché “uno di noi” ha deciso di buttar giù alcuni pensieri.

Un vero liberale vuole una società di gente responsabile, vuole una società che responsabilizzi le persone.

Libertà non è egoismo, non è anarchia, non è buonismo e viceversa.

Prima domanda: Si può fare affidamento sui mestieranti della politica?
Ritengo giuste entrambe le prossime due frasi (la seconda è del Professor Antonio Martino).
I Liberali non possono creare un vero partito strutturato e clientelare senza dimostrare di non essere Veri Liberali.
I politicani (come li chiamava de Gaulle) saranno anche farabutti, ma si muovono nel fango della politica meglio di chiunque altro.
Quindi? Poiché tutte le strutture fini a se stesse non hanno alcun senso in un’ottica puramente liberale, il movimento politico deve essere solo un modo, un mezzo per realizzare ciò che ci si prefigge e lo si mantiene solo fino all’attuazione di quanto desiderato. I politici in genere ed i politicani in particolare devono essere studiati, analizzati per non rimanere sorpresi dalle loro mosse e per avere già pronte le contromosse da effettuare. Concludo la risposta pensando alla Spedizione dei Mille. Può insegnare che se il popolo ti aiuta, se hai degli influenti sostenitori (come per Garibaldi gli Inglesi) e se il nemico non è ben organizzato, tutto puoi realizzare!

Inserisco un estratto della puntata del 30/07/2012 della trasmissione radio “Nove in punto, la versione di Oscar” (chi parla è Oscar Giannino). Sono parole che un vero liberale non può dire se veramente si crede un liberale e vuole parlare ai liberali.
(31:58) “A condividere quell’appello c’è gente che viene… io sono un ex repubblicano, figuratevi, ci sono moltissimi ex comunisti”…”e così via, siamo una congrega di persone varie e diverse. I giornali dicono che siamo liberali e liberisti, sì è vero, crediamo nel mercato, ma non troverete una sola parola liberale e liberista perché vogliamo parlare a chi sta peggio ed è senza patrimonio. Senza saper parlare a quell’Italia lì, l’Italia non esce dal guaio e ci si spartisce i voti tra destra e sinistra, tra tribù contrapposte.
Non commento se non dicendo che i principi liberali e liberisti servono a tutta la società ed in special modo a chi sta peggio e vuole rialzarsi.

Seconda domanda: Cosa significa essere moderato, soprattutto per una persona che si professa liberale? O meglio, quale rapporto deve sussistere tra la parola moderato e la parola liberale? Prendo in prestito una frase che si trova sul Blog del Professor Antonio Martino scritta da Alberto P.: “Io sono stanco di essere definito moderato! Lo sono in famiglia ma sulle idee non lo sono affatto! Sono IMMODERATO!! Voglio RIFORME RIFORME RIFORME, non palliativi! Voglio che questo Stato sia rivoltato come un calzino e che gli vengano tagliate non solo le unghie ma anche le braccia e le gambe!

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