Nel finale del precedente post si scriveva della possibilità, se si parte subito, di far nascere non un partito, ma un popolo. E con una scadenza: un anno, un anno e mezzo.
Ma è attuabile? O è solo una chimera? All’apparenza sembra scontrarsi con la realtà attuale che sintetizzerei in una domanda e in un nome:
Cosa ci sarebbe di diverso (di nuovo) nel centro-destra rispetto agli ultimi vent’anni?
E poi c’è Renzi…
Mi sono preso qualche giorno per riflettere ed ora, a mente lucida, mi sento di poter scrivere… di non essere stato neppure ottimista! Si può fare!
In questo post introduttivo partiamo subito da Renzi.
Premessa: Renzi ha vinto le elezioni.
Lasciamo ora parlare alcuni dati oggettivi, numeri nudi e crudi:
nell’anno 2008, durante le elezioni politiche, il Pd di Veltroni prese circa 12 milioni di voti,
nell’anno 2014, durante le elezioni europee, il Pd di Renzi prende circa 11 milioni di voti.
Il Pd vincente di Renzi ha ora preso meno voti del Pd sconfitto di Veltroni.
La vittoria di Renzi deriva quindi dall’affluenza alle urne che nel 2008 si aggirava all’80%, mentre a queste ultime elezioni è ampiamente sotto il 60%.
Se Renzi ha portato al Pd voti moderati, ne ha fatti perdere altri.
In conclusione Renzi non è imbattibile ed il centrodestra ha ampie praterie da riconquistare.
Ma come muoversi? Mobilitando l’altra Italia, quella a cui non piace la struttura della Società Italiana creatasi dal ’68 in poi.
E la risposta alla domanda sintetizzatrice di inizio scritto “Cosa ci sarebbe di diverso (di nuovo) nel centro-destra rispetto agli ultimi vent’anni?” sarà: “Non si compieranno più gli errori del passato…”
P.S.: Da leggere il post del Professore Antonio Martino “Perché una seconda Forza Italia, su La Discussione” raggiungibile dal link
http://www.antoniomartino.org/2013/07/perche-una-seconda-forza-italia-su-la.html?m=1
soprattutto l’ultimo periodo che qui riporto
“Se Forza Italia torna sulla scena, facendosi rappresentare da gente degna e che non ha bisogno di fare politica per campare, con un programma chiaro, coerente, credibile e calendarizzato per uscire dalla crisi che ci attanaglia può sperare di vincere le elezioni e di rifondare lo Stato, rendendo governabile il nostro Paese grazie a una radicale riforma istituzionale. Se sono queste le idee di Berlusconi, e sono sicuro che lo sono, potrà fare affidamento sull’appoggio di tanti italiani, giovani e meno giovani, che col tempo salveranno l’Italia. Sarebbe un miracolo ma in tutti questi anni ho imparato che non bisogna mai commettere l’errore di sottovalutare le capacità del mio amico Berlusconi.“