Con i risultati elettorali arrivano le considerazioni post elettorali.
La più gettonata consiste nella banalità che uniti si vince e disuniti si perde, da entrambe le parti….
E mi fermo qui perché questo post, così come i prossimi, non riguarderà ciò.
Ho alcune idee, alcuni ragionamenti che desidero esporre e che inserirò con tranquillità in questo e nei post che scriverò nei prossimi giorni e nelle prossime settimane in questa nuova categoria appena nata, che non a caso ho denominato “In cerca del Centro-Destra“, come questo primo post.
Tutto inizia con una frase da tenere nel nostro cuore e nella nostra mente
“Per Tocqueville il vero conflitto si svolge tra quanti affermano la necessità di porre dei limiti all’esercizio del potere e coloro che invece – democratici o aristocratici, repubblicani o monarchici – ritengono che il fatto rilevante consista nell’acquisizione dello stesso potere da parte della propria fazione” (Lorenzo Infantino)
In questa frase echeggia il problema dell’Italia di sempre, attuale più che mai.
Perché nella realtà italiana “quanti affermano la necessità di porre dei limiti all’esercizio del potere” non hanno mai avuto la reale possibilità di farlo, anche quando si sono trovati a vincere le elezioni, mentre i secondi, coloro che “ritengono che il fatto rilevante consista nell’acquisizione dello stesso potere da parte della propria fazione” una volta vinte le elezioni non hanno avuto problemi a mantenere il potere.
È il problema di un’Italia fittiziamente bipolare (il bipolarismo nasce in Italia solo con la presenza di Berlusconi, ma è chiaro che senza di lui non esiste), ma con un’economia, con una giustizia, con una scuola, con un’università… sempre e solo profondamente statalista.